famiglia

“La pesca” di Esselunga vista da un padre separato

Ho visto anche io lo spot Esselunga dal titolo “la pesca”.

Per i pochi che ancora non lo sapessero, lo spot parla di una bimba figlia di genitori separati che va al supermercato con la mamma e prende una pesca, poi quando il papà la va a prendere lei gli porge la pesca e gli dice “questa te la manda la mamma”.

In molti lo hanno criticato, ma d’altronde è lo sport nazionale qui da noi. Sostengono che punta sul senso di colpa della separazione.

Io da padre separato invito chi lo ha visto a riguardarlo e chi non lo ha visto a guardarlo con occhio meno superficiale. Perché secondo me chi lo ha fatto ci ha lavorato bene.

C’è una metacomunicazione che guardando di sfuggita non passa. Ovvero tutto il comportamento non verbale, che non si ferma alle parole.

La bambina fa quello che fanno tutti i bambini. Prova a ricucire un suo dolore interno cercando di creare un ponte tra sua mamma e suo papà. E sperando che il ponte regga almeno un po’.

La mamma è una mamma che si separa in maniera sana, secondo me, in più non appare perfetta, tanto che quasi perde la bimba al supermercato, distratta dai suoi pensieri come capita a tante. Fa giocare la bambina, le parla della scuola, la incoraggia e non le trasmette rancore. Lo sguardo finale verso la finestra nel guardare il papà che aspetta è molto indicativo, contiene quello che hanno tutte le mamme che si sono separate per amori che finiscono. Quel pizzico di rabbia a metà tra la sconfitta e la malinconia, le proprie valutazioni interne, il bilancio di una vita di chi sa che sarà un binario parallelo di un’altra parte, di un’altra casa, un’altra stanzetta e magari un’altra compagnia propria o del papà con cui dividere la figlia.

Il papà accoglie la bambina con una malinconia felice. Si coglie perfettamente che non crede minimamente che la pesca gliel’ha regalata la mamma. Infatti guarda la finestra e nota che la mamma è già rientrata. Capisce che la bambina ha provato a rincuorarlo e non vuole deluderla. Le dice “allora poi chiamo mamma e la ringrazio”. Le dice anche “mi piacciono le pesche”, ma non la addenta subito, la poggia sul sedile. Non sappiamo se gli piacciono davvero, sappiamo che ha sposato la tesi della bimba.

Io non so cosa ne pensate voi. Da papà separato ci ho visto questo. Forse non sarà vero. Ma a quel papà e quella mamma ho dato un nome, somigliava tanto a quello della madre di mio figlio e al mio. E quella bambina può chiamarsi in mille modi. Ha un cuore di un bambino separato per finta in uno spot. Ma ci siamo riconosciuti in tanti. E guardandolo abbiamo provato un piccolo dolore come una spina piantata nel cuore. Perché quando le cose non hanno funzionato, a modo loro, i nostri figli ci hanno tenuto insieme e a volte lo hanno fatto meglio di noi. Molto meglio di noi. Mi spiace per chi non lo ha gradito, a me lo spot è piaciuto. Volenti o nolenti, emoziona e, nel caso di chi vive lontano da un figlio, fa un male cane. Fateci pace.

Ettore Zanca

Guarda lo spot https://www.esselunga.it/cms/non-ce-una-spesa-che-non-sia-importante.html

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