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Mia: un film perturbante

“Mia” è un film intenso e disturbante. Anzi perturbante. Racconta la storia di una adolescente che si trova intrappolata in una relazione manipolatoria e disfunzionale. Di fronte all’evidenza del danno che questa storia d’amore porta nella vita della figlia, i genitori si trovano confusi e disperati, incapaci di comprendere come supportare la figlia. E’ la stessa Mia a tenere nascosta la verità ai suoi genitori, pretendendo da loro rispetto per il proprio diritto ad autodeterminarsi e non rivelando tutto ciò che sta vivendo e subendo. La seconda parte del film presenta un’evoluzione drammatica e tragica e si concentra sull’ossessione del padre di Mia che si vive come un genitore che non ha saputo proteggere la propria figlia e che non riesce a bloccare il pensiero della vendetta, come unica via d’uscita al proprio dolore e alla propria percepita impotenza.

“Mia” è un film molto duro che mostra le cose come sono, senza alcun mascheramento. Ci fa vedere quanta fragilità e quanta vulnerabilità possa esserci nel percorso di crescita dei nostri figli e figlie. Ci racconta di come una cosa così bella come l’amore adolescenziale possa portare a vivere situazioni di rischio, amplificate dalle possibilità offerte dall’online. Racconta anche il tema della “diffusione non consensuale di immagini intime”, una pratica relativamente comune usata come strumento di umiliazione e attacco ad un partner affettivo che decide di troncare una relazione disfunzionale.

Il film rappresenta un’ottima narrazione per parlare con adolescenti di relazioni tossiche, di manipolazione e controllo nella vita intima e privata. Fornisce molti spunti per fare prevenzione della violenza di genere e aiuta i genitori a prendere consapevolezza di alcuni nuovi rischio a cui sono esposti figli e figlie nei loro percorsi di crescita in cui vita reale e vita virtuale si contaminano continuamente.

Non può esserci amore quando c’è controllo e manipolazione. E l’amore non può mai essere uno spazio della vita in cui ci si sente persi e dislocati a se stessi. Perché se così accade, l’unica cosa certa è che non si tratta di amore.

Parlare con i nostri figli, educarli a riconoscere la bellezza dell’amore, che non prevede mai manipolazione e controllo, è oggi più che mai importante. Il film “Mia” è il film del mese che ho selezionato per la rubrica “Schermi di famiglia” del Magazine Family Health. Da vedere con adolescenti a partire dai 15 anni.

Alberto Pellai

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