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A Giovanni Paolo II e a quelle sue braccia che ci hanno sempre accolto

Ogni volta che un giovane eludendo la sicurezza riusciva a raggiungerlo buttandosi tra le sue braccia, lì c’eravamo pure noi.

In quelle braccia e in quelle lacrime puntuali, avremmo voluto stringerlo allo stesso modo, e dirgli grazie, per quella paternità grande nella carne e nello spirito, per il suo sì autentico, per tutte le parole vitali confermate da un esempio di carne e sangue. Per la sua devozione profondissima a Maria, innalzata come strada possibile per tutti, occasione democratica di arrivare al Padre, mano per mano con una Madre tenerissima.

Le sue parole nella veglia di Torvergata restano per molti come me il suo testamento per noi giovani di allora, uomini e donne di oggi.

Qualcuno mi regalò un poster, lo tenevo appeso in camera, c’era su una barca a riva. E la scritta “prendi il largo, Dio è amore che chiama e che manda. GP II”.

Stava a dire proprio a me.

Grazie Papa Giovanni Paolo II. Grazie San Giovanni Paolo II.

Grazie a Dio per la tua vita, e se puoi dacci una mano ora come allora, che ce n’è bisogno tanto.

“Questa sera vi consegnerò il Vangelo. E’ il dono che il Papa vi lascia in questa veglia indimenticabile. La parola contenuta in esso è la parola di Gesù. Se l’ascolterete nel silenzio, nella preghiera, facendovi aiutare a comprenderla per la vostra vita dal consiglio saggio dei vostri sacerdoti ed educatori, allora incontrerete Cristo e lo seguirete, impegnando giorno dopo giorno la vita per Lui!

In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.”

Roma Torvergata, GMG 2000.

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