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Mamma, lo sai che oggi tutti i miei compagni avevano la febbre?

Nella mia classe c’era lei, la chiamerò Chiara.

Chiara viveva un’infanzia complicata. Oltre alle oggettive difficoltà familiari, aveva ricevuto in dote dalla vita un deficit complesso.

Per cui, c’erano giorni che Chiara urlava, fingeva di buttarsi dalla finestra, minacciava di pugnalare qualcuno con la matita.

Era affiancata da un sostegno adeguato, e noi ragazzini eravamo istruiti su come comportarci. Un calcio a una certa te lo beccavi, me lo presi pur’io, ma ero stata prepotente. In palestra Chiara non voleva ridarci la palla e gliel’avevo presa con la forza. Lei giustamente dalla forza si difendeva, m’aveva mollato un calcio, un male bestia. Sono sopravvissuta.

Da quell’episodio imparai a capirla. Chiara se la prendevi bene era affettuosa e disarmata, come tutti i bambini affamati d’amore.

Ho ripensato a lei leggendo l’episodio di Cosenza. Un bimbo di 8 anni, con un’iperattività diagnosticata, ma più intelligente di me sicuro (bilingue, orecchio assoluto, q.i. sopra la media, supervelocità di calcolo) cambia classe per incompatibilità con quella frequentata. Arriva il giorno dell’inserimento nella nuova classe, c’è solo lui. I genitori dei suoi compagni protestano così per questo nuovo alunno evidentemente indesiderato.

Dicendo ai loro figli “oggi salti scuola perché quel nuovo bimbo non sta/va bene”.

Non so perché ai nostri genitori non venne in mente di protestare all’epoca, per Chiara che faceva macelli. Bisognava imparare a vivere con, punto. Ricordo la mia professoressa sfidata violentemente da lei: le rispondeva calma, pronta a tutto, ma con affetto e ironia. Aspettando che la crisi passasse. Ho imparato molto da Chiara sulla disabilità, su come affiancarla, su come proteggersi proteggendola.

Non giudico i genitori di quei bimbi di Cosenza, adulti spaventati, o forti della superiorità delle loro ragioni, fintanto da attuare un atto di bullismo corale sotto il sole.

Ma la domanda è.

Adesso chi glielo mette più in testa a sti figli, sti bimbetti, che la prepotenza vigliacca verso il debole non è una soluzione adeguata, mai?

Hai voglia a fa giornate pro e contro, rigorosamente coi calzini spaiati.

P.s. il bimbo ha raccontato alla mamma che tutti i suoi compagnucci avevano la febbre mannaggia. Però lui ha fatto un disegno per il suo compagno di banco, così quando guarisce glielo da. I puri di cuore salveranno sta terra.

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