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Gli occhietti della Madonna

In questi mesi pre-primaverili passeggiando per le vie di campagna, si possono trovare i primi occhietti della Madonna. Piccolissimi fiori azzurri che colorano i prati durante la fine dell’inverno, spuntano ancora nel freddo, ma sono un invito a portare pazienza perché l’inverno è ormai agli sgoccioli e la bella stagione è alle porte.

Infatti, la particolare colorazione ricorda molto un’iride celeste. Da qui, l’associazione con gli occhi della Santa Vergine; anche i fiori, in passato, venivano usati per l’insegnamento, la riflessione e la catechesi. Questo tipo di fiore vive soprattutto nei prati, ai margini dei boschi e in zone molto azotate.

Il loro nome scientifico è Veronica, ma tutti li conoscono come “occhietti della Madonna”.

«Veronica L. 1753» è un genere di piante angiosperme dicotiledoni. L’epiteto specifico («persica») si collega alla Persia (oggi Iran), da cui provenivano i campioni su cui venne istituita la specie. Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico ed esploratore francese Jean Louis Marie Poiret (1755-1834) nella pubblicazione «Encyclopedie Methodique. Botanique. Paris» («Encyclopedie» 8: 542. 1808) del 1808. I loro 4 petali sono in realtà 4 lobi in quanto i due petali superiori sono fusi insieme e variano il loro colore dal bianco all’azzurro fino al viola intenso, di solito uno dei 4 petali è leggermente più piccolo e più chiaro, le loro foglioline sono pelose e frastagliate. La caratteristica principale di questi fiorellini è la loro delicatezza, appena vengono sfiorati la corolla si stacca e cade. Il nome Veronica deriva dal greco e significa “io porto la vittoria”, infatti sembra che possano guarire diverse malattie, ma non solo. Si pensa che possa risalire al nome della donna che pulendo il volto di Cristo, fu in grado di guarire le sue ferite. Il loro colore azzurrino risalta tra i ciuffi d’erba e sembrano davvero tanti occhietti azzurri che ci osservano e ci sorridono.

Nel linguaggio dei fiori, il fiore Veronica significa “addio” e un tempo si usava regalarlo ad un amico che stava per partire con la speranza che gli occhi divini vegliassero e seguissero sempre il proprio caro.

Alla fine del XVII secolo, questa pianta veniva usata al posto del te cinese che essendo molto raro e costoso era difficile da reperire.

In Francia, era conosciuta come “herbe aux ladres” ovvero erba dei lebbrosi perché si credeva potesse guarire da questa terribile malattia chiunque la utilizzasse in medicina, fiore probabilmente dedicato a Santa Veronica, protettrice della Francia da qui il nome.

Diverse leggende sono collegate ai vari tipi di “Veronica”. Una tradizione orale riferisce, ad esempio, che gli uccelli siano talmente innamorati di questi fiori che chiunque li danneggi rischia di essere beccato negli occhi. Dietro a questo racconto si individua un’idea di custodia che proviene dall’alto. In pratica: ciò che rappresenta un qualcosa di significativo è protetto dalla stessa natura.

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