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La chiamata di Matteo di Caravaggio: dal “vuoto” pittorico all’incontro con Gesù

Spiego ad un amico che nella Vocazione di Matteo di Caravaggio la figura di Pietro è un ripensamento, come evidenziano le radiografie. I raggi mostrano che inizialmente il Merisi aveva dipinto interamente la figura del Cristo, senza pensare quindi a Pietro che ha poi sovrapposto al Maestro. E aggiungo: mentre prima fra Gesù ed il gruppo degli esattori delle tasse c’era una distanza maggiore, Caravaggio forse volle riempire figurativamente quel vuoto. Spiego come tante volte quell’opera. Ed ecco un’intuizione si affaccia alla mia mente! Il problema del “vuoto” pittorico è, in realtà, il problema del “vuoto” che separa noi da Gesù.

Senza Pietro, senza la Tradizione apostolica, senza il papa che oggi “ripresenta” Pietro nel nostro tempo, fra noi e Gesù ci sarebbe uno iato incolmabile… Quel Pietro è una nostra esigenza, è un bisogno della fede stessa, che ha bisogno di qualcuno che colmi la distanza tra noi e Cristo: quella distanza sarebbe altrimenti abissale

!Questo nulla toglie all’equilibrio che Pietro conferisce alla tela di Caravaggio: senza di lui Gesù si staglierebbe isolato sulla destra dell’opera mentre i gabellieri situati a sinistra sbilancerebbero evidentemente l’opera – il Merisi dovette accorgersi di questa eccessiva lontananza pittorica fra la figura del Cristo e quella degli astanti. Ma appunto quella distanza ne evoca un’altra che pure deve essere colmata. (Andrea Lonardo)

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