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La Pantera delle Nevi

A Bologna c’e il cinema Galliera. Chi sa della mia Bologna, sa del piccolo cinema che è cultura e non della multisala agglomerato di pubblicità. È un cinema dove chi sta alla cassa, è anche chi presenta con grande cura il film in proiezione. È un cinema intimo che amo, per architettura, per cura, per eleganza e compostezza e ovviamente per la sua programmazione importante e di nicchia.

Oggi era la volta de “La Pantera delle Nevi” il più bel documentario mai visto. Produzione indipendente e per questo merita tutto il nostro sostegno. Sussurrato, soave , musiche rispettose e importanti, paesaggi da togliere il fiato alternati a scatti fotografici disarmanti. E la storia di un viaggio alla scoperta della natura, del tempo, del rispetto, delle origini. Un viaggio alla riscoperta di Sé, del proprio posto nel mondo. Le parole parlano di pazienza, si impara l’attesa, si impara a non barare quando “resti nudo con l’immensità della vita suprema.”

Il viaggio che compiono Tesson scrittore e Munier fotografo è un percorso mistico che li porterà a chiedersi quale sia davvero 𝒊𝒍 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒑𝒐𝒔𝒕𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐. Li porrà di fronte al loro stesso IO, quello radicato nella profondità della loro coscienza Alla fine la tigre si svela, decide di farsi fotografare e il narratore dice: “Avevo visto la pantera, catturato il fuoco e avevo portato con me le braci. La pazienza è la virtù suprema, aiuta ad amare il mondo.”

A chi, in cammino verso la propria autorealizzazione, mi chiede una lettura, consiglio questo documentario.

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