cultura

Una torre fiorita…..di luce gialla

L’origine della tradizione di regalare mimose si lega a doppio filo alla genesi stessa della commemorazione, com’è giusto che sia, l’8 marzo non è una data scelta a caso per concedere un contentino alle donne. Era l’8 marzo del 1908 e 129 operaie di un’industria di New York protestavano contro le condizioni di lavoro indegne e deprezzanti a cui erano sottoposte. Un incendio divampò improvvisamente nella fabbrica occupata uccidendo tutte le lavoratrici al suo interno. Si racconta che, un albero di mimose crescesse proprio nei pressi di quell’industria maledetta e che gli uomini raccolsero i suoi fiori per posarli davanti al luogo in cui avevano perso la vita tutte quelle lavoratrici: un ultimo omaggio floreale per chi aveva combattuto fino all’ultimo respiro contro l’ingiustizia.

La celebrazione dell’8 marzo venne sancita ed istituzionalizzata in Italia nel 1946 dall’U.D.I. (Unione Donne Italiane). Vista la natura della festa è stato naturale prendere come simbolo un fiore che esprimesse la femminilità. Tuttavia, sono poche le piante che fioriscono fra la fine di febbraio e gli inizi di marzo: il clima è ancora freddo e la maggior parte dei fiori aspettano il clima primaverile. La mimosa, però, regala le sue perline gialle già da fine febbraio e fu quindi la candidata ideale per rappresentare le donne in tale periodo. I mazzetti di mimosa, o più precisamente Acacia dealbata, che acquistiamo a marzo per le strade provengono da coltivazioni fatte in serra dove le mimose sono allevate appositamente per la produzione del fiore reciso, ma la mimosa è soprattutto una bella pianta da giardino che non ha controindicazioni se non quella del clima. Può vivere infatti all’aperto nell’areale dell’ulivo o per alcune varietà anche in zone leggermente più fredde; si trovano infatti in Liguria, in Toscana, nelle Marche, in tutte le regioni a sud e nei microclimi dei grandi laghi del nord.

Albero sempreverde alto sino a 18 metri, con chioma irregolare, foglie bipennate, composte da segmenti di 3-4 mm, di un caratteristico colore grigio-verde (o verde argenteo) lineari, con margine intero, parallelinervie, disposte in 8-20 paia di pinnule perpendicolari al rametto e composte a loro volta da circa 20 paia di foglioline perpendicolari alla nervatura principale. I fiori sono piccoli, ermafroditi, di colore giallo intenso, profumati, raccolti in capolini sferici del diametro di circa mezzo centimetro: ognuno di questi batuffoli gialli contiene (e raggruppa) un centinaio di piccoli fiorellini. La fioritura, generalmente molto abbondante, avviene, a seconda della quota, tra febbraio e marzo. Il frutto è un legume (ebbene sì è una “parente” dei fagioli) lungo sino a 10 cm di colore bruno a maturità. La corteccia è liscia, di colore grigio-bianco. I rami giovani sono spigolosi e ricoperti da un tomento bianco. La mimosa è una pianta originaria di Australia e Tasmania, introdotta in Europa alla fine del 1700. La pianta è stata utilizzata sia come specie ornamentale che nei rimboschimenti, soprattutto in virtù del suo rapido accrescimento. Ancora oggi per la sua capacità di propagazione (sia mediante polloni radicali che per seme) nonché per la velocità di crescita viene considerata una specie invasiva (in alcuni contesti “infestante”). Avvertenza mai piantarla vicino a condotte d’acqua riuscirebbe a spaccare il cemento con le radici pur di arrivare all’acqua.

Andavo a S. Jeronimo
verso il porto
quasi addormentato
quando
dall’inverno
una montagna
di luce gialla,
una torre fiorita
spuntò sulla strada e tutto
si riempì di profumo.
Era una mimosa.

Non si poteva non concludere con questi versi di Pablo Neruda. Auguri a tutte le donne!

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