cultura

Oggi è il giorno in cui “fare San Martino”

L’11 novembre si Festeggia San Martino, patrono degli agricoltori. La ricorrenza segna tradizionalmente la fine dell’annata agraria e l’inizio di quella successiva. E’ il giorno in cui venivano rinnovati i contratti agricoli annuali, che preannunciavano il ricominciare di un nuovo ciclo produttivo e “fare San Martino” significava spesso “traslocare”.

Per consuetudine e per convenzione San Martino è il momento iniziale delle affittanze agrarie, quindi l’inizio dell’annata agraria, cioè viene definito il periodo di tempo che secondo il legislatore copre l’inizio e la fine di tutte le attività connesse ad un’azienda agricola. L’anno agrario è quello che intercorre tra l’11 novembre e il 10 novembre dell’anno successivo.

Il mondo dell’agricoltura ha seguito per secoli lo scandire di questa data e ancora oggi in Italia e in altri Paesi europei il giorno di San Martino viene festeggiato con banchetti e sagre sia nei paesi, numerosi, dove sorgono parrocchie dedicate al santo, sia per l’imminente festa del ringraziamento che gli agricoltori, in segno di fede, dedicano annualmente per i frutti ricevuti dalla terra durante l’annata.

Martino nacque a Sabaria in Pannonia, l’attuale Ungheria attorno al 316 o 317 d.C. e morì a Candes in Francia 1’8 novembre 397. La sua ricorrenza cade l’11 Novembre, il giorno dei suoi funerali a Tours. Figlio di un ufficiale della guardia imperiale romana, di cui seguì per qualche tempo l’esempio. Al cristianesimo approdò da adulto, ad Amiens. Ma ciò non gli impedì di fare una brillante carriera ecclesiastica. Acclamato vescovo di Tours (4 luglio 371), Martino fece sentire la sua voce ben oltre i confini della propria diocesi. Fu amico personale di sant’Ambrogio di Milano, s’impegnò in accese dispute teologiche in difesa dell’autonomia del magistero ecclesiastico ed è considerato l’artefice principale della penetrazione del cristianesimo in Gallia, per il tramite dell’Abazia di Marmoutier da lui stesso fondata. Per questi suoi meriti la monarchia merovingia lo scelse come protettore del regno franco. Il suo nome fu inoltre speso proficuamente per promuovere la messa a coltura di estese aree dell’Europa centro-settentrionale tradizionalmente occupate dalle foreste e dal pascolo.

Ciò spiega la popolarità del Santo negli ambienti contadini di varie regioni d’Italia: «Simbolo dell’abbondanza, egli riceve in vari luoghi, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, le primizie dei campi (fave fresche in baccelli, spighe di grano, di orzo, ecc.). Passando per un’aia quando si batte il grano, o per una vigna in tempo di vendemmia, o innanzi a un granaio quando vi si immette il raccolto, i contadini salutano invocando San Martino! La sua festa porta con “l’estate di S. Martino” un risveglio di vita nei villaggi, ove si preparano i dolci (sammartini) da inzuppare nel vino».

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