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Che cosa sapeva Simeone del “leggermente” Figlio di Dio?

Quaranta giorni dopo la nascita di un figlio maschio primogenito bisognava fare due cose: la mamma doveva andare al Tempio per purificarsi dal sangue del parto, e i genitori insieme presentavano il bambino a Dio e lo riscattavano con un sacrificio.

Era la legge, Maria e Giuseppe erano ebrei osservanti, ergo quaranta giorni dopo la nascita di Gesù fanno le cose secondo la legge.

È un ottimo punto di partenza: quando vuoi che qualcosa di buono accada nella tua vita, fai le cose buone che ti sono state insegnate, e qualcosa di buono capita che accade. Senza avere una laurea Maria e Giuseppe lo sapevano.

Dunque vanno a Gerusalemme a fare quello che devono.

E capita che ad aspettarli trovino Simeone.

Ora Simeone non sapeva nulla di calzini spaiati ma era uno molto inclusivo lo stesso. Sperava in un mondo migliore ad opera di un bambino leggermente diverso dagli altri.

Leggermente figlio di falegname, leggermente inopportuno come chiunque resuscita i morti e fa camminare gli storpi, leggermente figlio di Dio.

Simeone non se la ride davanti a un progetto divino così strampalato, ci crede. Un bimbo divino può essere davvero la salvezza di tutti gli uomini della terra. Più inclusivi di così si muore.

E allora, vedendosi arrivare Maria e Giuseppe con Gesù in braccio, Simeone Lo riconosce.

Come si riconosce l’amore che aspetti da una vita al primo sguardo, come si riconosce l’uomo per cui hai pregato anni di incontrare, così Simeone appena incrocia quella famiglia vede, e sa, no doubts.

È Lui, la Luce.

E lo piglia in braccio. E Maria glielo lascia prendere.

Tremante e commosso, felice come una Pasqua, prende in braccio l’amore che attendeva da una vita. Roba per cui uno può dire a posto così, ora posso davvero morire, non c’è gioia più grande di questa per me sopra sta terra.

E poi guarda quella ragazza, quella giovane madre, che tenerezza. E vede le lacrime che le usciranno dall’anima trafitta, e la prepara, la avvisa, fortificati Maria perché ci sarà da combattere pure per te povero cuore di mamma.

Auguro a chiunque un Simeone da incrociare nella vita, uno pieno di speranza, che crede l’impossibile e sa riconoscere l’amore al primo sguardo.

Mitico Simeone.

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