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Il soffio della spensieratezza

C’è chi quando li vede in un prato li raccoglie e ci soffia sopra e chi mente!

Il soffione è spesso associato alla spensieratezza infantile ma è anche famoso come fiore dei desideri. Leggenda vuole che soffiandoci sopra si possa esprimere un desiderio o persino predire il tempo necessario per esaudirlo. Botanicamente quando il fiore del tarassaco (Taraxacum officinale) arriva a maturazione si forma il soffione, ovvero la sua infruttescenza. Gli acheni del pappo sono molto leggeri, basta infatti una leggera brezza o un semplice soffio per portarli via, disseminando i semi del tarassaco ovunque. Ogni seme è dotato di un ciuffo di peli bianchi, chiamato “pappo”, che funge da paracadute. Quando il boccio si riapre, i semi sono pronti per essere trasportati dal vento. Questo è il momento in cui il tarassaco diventa soffione.

Questo meccanismo di disseminazione è molto efficace: un solo soffione può produrre fino a 200 semi, ciascuno dei quali ha la potenzialità di diventare una nuova pianta. Il tarassaco, noto anche come dente di leone, è una pianta comune nelle nostre campagne e nei nostri prati.

La storiella narrata dai nostri nonni vuole che soffiando sui soffioni si possano esprimere dei sogni. Il soffione è l’infruttescenza del tarassaco (lat. scient. Taraxacum officinale), pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee. Se il fiore (in realtà formato da molti fiori, si tratta infatti di un’infiorescenza a capolino) inizialmente è caratterizzato da un bel colore giallo vivace, quando raggiunge la maturazione si trasforma in soffione, infruttescenza formata da semi piumosi e leggeri che si staccano con un semplice soffio, depositandosi a terra.

Radici e foglie sono le parti del tarassaco più ricche di proprietà benefiche, la pianta è infatti considerata diuretica e utile nella prevenzione di infiammazioni a carico delle vie urinarie. Inoltre è ricca di tarasserolo, gli steroli, vitamine, inulina, sali minerali e principi amari. Ai fiori, ma non ai soffioni, si attribuiscono proprietà depurative.

Fra l’altro è protagonista di diverse leggende, come quella di Teseo che, per incrementare la propria forza e il proprio coraggio, lo avrebbe ingerito prima dell’incontro con il Minotauro.

Una leggenda irlandese racconta che un tempo fate, gnomi e altre creature vivevano liberamente nella natura, perlomeno finché non arrivarono gli uomini. A quel punto si ritrovarono costrette a rifugiarsi nei boschi ma gli abiti delle fate, che avevano colori vivaci, non si mimetizzavano nell’ambiente naturale. Queste ultime decisero quindi di tramutarsi in denti di leone. Ecco perché si dice che i soffioni siano ancora oggi la loro dimora.

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