editoriali

Covid: perchè in Italia si alimenta il sentimento di paura?

Dopo due mesi di chiusura a maggio hanno riaperto bar, ristoranti e pub. E da allora ci si lamenta di assembramenti e mancato rispetto del distanziamento sociale. Dopo quattro mesi, da qualche settimana hanno riaperto anche le discoteche. E ci si indigna per affollamenti e niente uso della mascherina, tanto che alcune di esse sono state multate e obbligate a chiudere temporaneamente.

Eppure i contagi, nonostante allarmismi decisamente sconfessati dai numeri (i reparti di terapia intensiva dedicati all’emergenza Covid-19 hanno chiuso quasi dappertutto), continuano a diminuire nei numeri complessivi, o comunque a restare decisamente contenuti. E ormai è acclarato che la carica virale si è notevolmente indebolita.

Negli altri Paesi UE si investe, anche a livello comunicativo, sulla positività e la fiducia nel futuro, per far ripartire speranze ed economia. Perché in Italia, invece, si alimenta incessantemente il sentimento di paura?

Abbiamo bisogno anche noi, forse più di altri, di ripartire. Per un debito pubblico più profondo della Fossa delle Marianne, e una tassazione che, considerati i servizi pubblici ricevuti in cambio, non ha eguali in Europa. E non in senso positivo. Purtroppo.

Un pensiero su “Covid: perchè in Italia si alimenta il sentimento di paura?

  • Roberto Tauma Maccarini

    Provo a dare un mio contributo in merito alla questione della paura e dell’allarmismo scatenato con il Covid. É possibile che Francoforte sul Meno,, porta di accesso privilegiata della Cina in Europa, sia del tutto esente da casi di coronavirus? La febbre non esiste se non la si misura. La paura è da sempre il più potente strumento che impiega il potere per controllare e governare i popoli. Spesso si impiegano situazioni emergenziale e di crisi per forgiare e plasmare le masse. La seconda considerazione riguarda la sanità pubblica.. É evidente e innegabile, con il moltiplicarsi dei contagiati, quanto sia di vitale importanza una sanità pubblica forte e ben strutturata. Chi si prende cura dei soggetti colpiti dal virus? Non certo i privati. É la sanità pubblica che sta svolgendo un compito direi perfino eroico. L’emergenza che la nostra patria sta vivendo in queste ore pi e in evidenza la follia della RAGIONE LIBERISTA che in questi anni non ha perso occasione per tagli lineari, spending review, é razionalizzazione in senso PRIVATISTICO. Ciò sempre in nome delle leggi sacre del mercato.

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