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Oltre all’inevitabile c’è anche una bella fetta di evitabile.

Sono una cittadina emiliana che poggia i piedi su un terreno franato.
Sono una cittadina emiliana che abita in un paese dove pandemia, politiche non lungimiranti ed eventi vari, hanno reso difficile la vita dei piccoli imprenditori.
E’ di oggi il racconto di una ragazza che da 7 anni, con la sua bottega, cercava di creare rete fra i piccoli produttori della zona, educando i cittadini a un consumo critico e consapevole “non ce l’ho fatta Michela, in queste condizioni e gli ultimi rincari mi hanno dato il colpo finale. E’ troppa la fatica da sola. Chiudo.”

Franano terreni e franano progetti. Ed è tutto da ricostruire.

Nessuna novità e nulla di sorprendente in tutto questo.
E’ semplicemente vita. Ciclici successi e fallimenti a volte inevitabili.
Poi pero’ oltre all’inevitabile c’è anche una bella fetta di evitabile che appartiene a ognuno di noi: fatta di singole responsabilità.

La responsabilità è quel costo, che dovremmo accollarci costantemente, del fare scelte scomode a favore della comunità che vorremmo.

E invece quando la vita procede, quando non sentiamo urgenze e tutto sembra apparentemente calmo, ci scordiamo di nutrire la nostra comunità.
In questa alluvione i volontari sono stati una forza necessaria come l’ossigeno. Una risposta che ha aperto il cuore e portato fiducia.
La gratitudine non sarà mai abbastanza.

Ma come possiamo tenere questa partecipazione viva una volta terminata l’urgenza?
L’unirsi nel bisogno è sufficiente per essere e sentirsi comunità?
Oppure la comunita’ chiede altro?
E cosa potremmo realizzare se fossimo sempre così uniti?

Uno dei siti per la raccolta fondi www.dareperfare.it

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