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I nostri figli non sono bicchieri di cristallo

Un bicchiere di cristallo messo in una scatola insieme ad altri bicchieri di cristallo che viene scossa e sottoposta a movimenti improvvisi, si frantumerà. Il bicchiere di cristallo è “fragile” per definizione. Non sa resistere a colpi e “scossoni”. Ecco perché la parola “fragilità” gli si addice. Sono gli altri a doverlo proteggere, perché lui non sa farlo.

Negli ultimi due decenni abbiamo trattato i nostri figli come bicchieri di cristallo.

Ci siamo occupati di moltissimi aspetti della loro crescita, sviluppando un eccesso di iper-protezione che li ha resi meno capaci di affrontare la sfide della vita. Ma le perturbazioni sono importanti durante la crescita. Si deve cadere, affrontare la fatica, tollerare la frustrazione, imparare dai propri errori. Non si può diventare grandi senza attraversare la tempesta.

Lo hanno ben dimostrato gli scienziati con l’esperimento BIOSPHERE 2. Hanno provato a realizzare in laboratorio la foresta perfetta: temperatura sempre adeguata, così come umidità e luce, in modo tale da simulare perfettamente la sequenza delle quattro stagioni. Però, in questo ambiente iperprotetto gli alberi non crescevano, spesso morivano. Gli scienziati si sono accorti che, tra le altre cose, mancava l’effetto “perturbante” del vento che scuotendo il tronco rinforzava tutta la struttura dell’albero, permettendogli di arrivare al suo pieno e completo sviluppo. Oggi c’è più bisogno di “antifragilità” che di protezione.

Come adulti dobbiamo convincerci che i nostri figli possono anche affrontare tempeste e perturbazioni. Dobbiamo imparare a regolare e controllare la nostra ansia e paura di adulti che pensano che loro “non ci riescano” e “non ce la facciano”.

Certo, questo approccio non può cominciare quando un figlio è in adolescenza. Si deve partire da molto prima, in età prescolare e scolare. C’è bisogno di più ginocchia sbucciate. Di più biciclette senza rotelle dopo i 6 anni. Di più litigi tra bambini, gestiti direttamente da loro senza l’intervento dei rispettivi adulti. Di meno interferenze con il lavoro degli educatori. Possiamo tutti essere adulti migliori. Ovvero meno fragili. E questo permetterà ai nostri figli di crescere meglio. Ovvero meno fragili.

Che cos’è la fragilità dei nostri figli? Perché per loro oggi è così difficile affrontare la sfide associate alla crescita?

Ho provato a spiegarlo in “Allenare alla vita” il libro per genitori ed educatori uscito il 7 maggio in libreria ed edito da Mondadori. Il testo che trovate in questo post, può essere molto utile per ragionare con un figlio o con una classe di studenti adolescenti sul valore che hanno le crisi e le “perturbazioni” nel proprio percorso di crescita. C’è anche un video disponibile sul web. Anche quello può essere visionato e discusso. Se vi sembra un tema importante, condividete con altri genitori ed educatori

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