buongiorgiosolo cose belle

Un po’ di pasta, a millimetro zero, sulla bilancia della vita


Gragnano mi ha accolto con un bel sole. Su via Roma ancora soffia la brezza del mare, quella che da sempre asciuga la sua pasta e la rende speciale in tutto il mondo. Vi potete solo immaginare cosa voglia dire mangiarne un piatto proprio lì dove viene prodotta, a millimetro zero, con il profumo della semola che insiste con la sua presenza.

Francesco mi ha accolto con un bel sole, quello del suo sguardo, della sua amicizia. Ormai non lo chiamo più cliente e lui non mi fa entrare come fornitore. C’è tanto altro, e oltre, da tempo ormai. E di questo sono grato, ne coltivo e ne celebro la conquista.

Valerio invece era la seconda volta che lo incontravo. Il figlio del titolare che, a poco più di vent’anni, non ha più voglia di studiare. Per questo il padre l’ha messo sotto le ali del grande factotum Francesco, per farlo crescere bene, imparando tutto: dalla miscelazione al confezionamento, passando per il controllo costante dell’umidità della semola.

E di umidità, in quel laboratorio, non ce n’è più: è tutto sotto controllo. Qualche mese fa, infatti, compiendo con zelo e passione il mio lavoro, ho risolto loro un problema fastidioso e ora tutto fila per il meglio.

Quanto mi hai fatto tornare alla mente il mio passato Valerio! Quando anche a me e ai miei fratelli nostro padre ci mandava giù in laboratorio a smontare, col cacciavite, le bilance per capire che cosa c’era dentro e dietro ogni pesata!

Ma mai mi sarei aspettato che la ricompensa maggiore fosse dietro quella porta del laboratorio.

Valerio mi ha guardato e mi ha detto: “Se avrò un figlio lo chiamerò Giorgio, per la calma che mi hai portato risolvendomi quel problema.”

Non ha detto: “Grazie per le bilance ottime.” Non ha detto: “Sei stato un fornitore impeccabile.” Ha usato la parola calma.


Il Valore dell’Assenza di Ansia

In quel momento, ho capito cosa significa vendere bene, fare bene il proprio lavoro. Non è solo la professionalità (risolvere il guasto), ma la cura (risolvere l’ansia). È l’attenzione al particolare, al far stare bene il cliente, al togliersi il peso dall’anima. Valerio non ha riconosciuto solo il professionista, ma la persona che ha compreso la sua preoccupazione e l’ha disinnescata.

Lo scambio di stima che è venuto dopo, in laboratorio, con un piatto di spaghetti a “millimetro zero” – dalla produzione al laboratorio – è stata la perfetta sintesi.

Le cose belle sono esattamente queste. Non sono le grandi conquiste, i contratti milionari. Sono i momenti in cui la merce di scambio non è denaro o prodotto, ma è una parola che vale oro: calma.

E a me, in un momento di stanchezza, questo è bastato. Mi ha ricordato che ogni sforzo per essere precisi, presenti e umani, porta un frutto che va oltre il listino prezzi. Porta il riconoscimento di aver reso la vita di un altro, per un piccolo momento, un po’ più serena.

Porta la consapevolezza che il cerchio del volersi bene può allargarsi, va raccontato, va divulgato.

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