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“Ora et Labora”…. e scansati i barbari: la Regola di San Benedetto

Quando Benedetto nasce, intorno al 480, la storia gli dice bene ma non benissimo.

L’impero Romano d’occidente sta andando all’aria, le invasioni barbariche abbondano, usi e costumi si sfaldano.

Benedetto nasce in un periodo di piena crisi sociale a favore del bordello esistenziale.

In pratica come adesso, ma senza la fibra veloce.

Ma lui è un puro, per giunta con la dote della lungimiranza.

Appena ragazzo già sente che tutto quel parapiglia, quel tira e molla di istinti e trionfo dei sensi, non porti la vera felicità.

Lo capisce bene a Roma dove viene mandato a studiare dai genitori, nobili, che ci tengono.

I suoi compagni di studio però si perdono negli stravizi e lui, rampollo coi soldi facili, potrebbe approfittarne appresso a loro.

Invece dice no, grazie.

Lui vuole piacere, ma a Dio.

Lascia Roma, arriva verso Subiaco, trova boschi acqua e laghi. Lì si ritira in una grotta, eremita per tre anni.

Ha uno scopo preciso: vincere le tentazioni dell’ira, della superbia, dell’egoismo e della lussuria. In pratica, come avrebbe detto qualcun altro secoli dopo, non io ma Dio.

S’affina in sapienza, la gente corre dai paesi vicini, gli porta cibo e chiede in cambio consigli. Compie prodigi inspiegabili, ha già la fama di santità.

Altra gente ancora vuole seguirlo, capisce che lì c’è uno imperdibile, vuole la pace che ha lui.

Benedetto lo sa, è il tempo di farsi pastore di anime. Esce dall’eremitaggio.

Fonda monasteri, è benvoluto da tanti ma non da tutti, rischia che gente parecchio invidiosa gli faccia la pelle. Miracolosamente si salva tutte le volte.

Si spinge coi suoi fino a Cassino, in alto, dove fonda il monastero famoso. E qui scrive la Regola.

Raccomanda, come un padre ai figli, una fede incarnata.

Fondata sull’equilibrio tra preghiera e lavoro, tra ascesi e mani che si sporcano col fango di chi ha bisogno, tra solitudine e ospitalità soprattutto verso pellegrini malati e poveri.

La Regola diventa punto di riferimento del monachesimo occidentale.

Benedetto aveva una sorella gemella affezionata, Scolastica, con cui condivide la santità e la tomba.

Caro patrono d’Europa, proteggici, che qua a caos stiamo punto e a capo.

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