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Una sorella come dono

Ci sono persone che nascono per sé stesse, altre che nascono per gli altri, per crescerli, per arricchirli d’umanità, quella che riflette meglio l’aspetto divino.
Mia sorella era una di queste.

La maggiore di sei figli ha sempre affrontato la vita con determinazione, con caparbietà anche quando il prezzo di tanta forza era elevato. Difficilmente si crucciava
per il sacrificio, non si sviliva per gli insuccessi, troppo presa a pensare a noi, a incoraggiarci, a distillare fiducia incondizionata.

Con lei non esistevano problemi, ma solo soluzioni, pur di fronte a eventi gravi se non dolorosi sminuiva sempre le difficoltà, ti invitava a osservare le criticità , cercando di cogliere il lato migliore , quello che offriva più opportunità, quello che ti permetteva di farcela, di rinnovare lo slancio.

Bastava poco: aprirsi con lei era semplice , linfa vitale che scorreva senza eguali e rinfrescava quasi più l’animo che il corpo.

Poi un 30 maggio di cinque anni fa- il suo compleanno- una diagnosi dura ,troppo, che anticipava una condanna quasi scontata…il percorso, la terapia, la speranza e la vita che quasi beffarda sorprende nel momento migliore, strappa nella dignità, violando quel paradiso d’affetti tanto caparbiamente protetto .

Tuttavia il sorriso rimane, seppellisce nel più profondo l’angoscia per quel tempo ormai limitato continua a incoraggiare gli altri , meno sè stessa.

Ora a distanza di un tempo, che consideravo un buon medico anziché un velo impalpabile, mi sorprendo ancora a parlarti, a chiedere consiglio, a percepire il
sussurro di una risposta, … a volte mi sembra di avvertire un gesto, un alito sul viso… già il vento si alza all’improvviso,…mi torna un sorriso , il tuo, e mi rendo conto che non te ne sei mai andata.

Sarai senza dubbio lassù affaccendata con altri giovani, altri alunni, come prima, a dispensare consigli e a ricordaci che tutto si risolve che la vita è di per sé un dono da apprezzare e custodire e tu , Ada, sei stata veramente un dono di Dio.

Alberta Iacobini

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