Mamma tieni, l’ho trovata per terra: una Santa Rita, non per caso, al parco giochi
Mamma tieni, l’ho trovata a terra. Grazie amore. Oh. Niente di che, mi dico. Al parco dei bimbi, capita di trovare benedizioni, preghiere, cose così. Una santa Rita tra le altalene. Tutto ok. Capita.
Poi leggo e faccio ah, mah, però.
Premetto, ho la capoccia forgiata da un decennio di studi scientifici, sono scettica su tutto in prima battuta, e poi credo che al cielo non piaccia vincere facile.
Almeno, con me non vince facile sicuro.
Segni e miracoli sono roba seria, le suggestioni vanno azzerate, prendere fischi per fiaschi è n’attimo.
Non sono una che grida al miracolo se trova l’ultimo parcheggio libero quando è in ritardo, e nemmanco penso che il mal di testa mi passi se faccio l’elemosina al poveretto sul marciapiede.
Però, però.
Diciamo che questo è un periodo leggermente di melma. Leggermente di deserto della serie che bussi ai piani alti e boh, silenzio. Leggermente che non arrivano risposte, ma incertezze e porte chiuse tante, quante ne vuoi. La storia del non sia turbato il vostro cuore è bella, a dirsi, tanto bellina, ma a farsi, eh. D’altronde dimmi una madre di famiglia qualunque che sta tranquilla e rilassata, di questi tempi, ma quando mai. Solo sotto valium. Nemmeno da morte ci rilassiamo noi, lascia fare.
E quindi nulla.
Mi ritrovo questo foglietto tra le mani, giro, leggo. Per la miseria. Ci sta scritto quello che mi serve in questo periodo melmoso. Tenerezza senza debolezze, forza senza durezza, pazienza che non si stanca. Eh, qua a stanchezza abbiamo fatto tombola.
Il non avere paura. E pure la paura, qua fa novanta. La protezione per chi amo. Mamma mia, la protezione per la mia famiglia che non potrò mai proteggere abbastanza. Boh.
Insomma.
Non so se è un segno. Magari è una carezza.
Comunque è una bellissima preghiera.
E poi santa Rita prima di essere santa era una donna, una moglie e una madre.
Che si faceva in quattro, che voleva solo la pace.
Come me, come tante.
Hai visto mai tante volte le Dioincidenze.
